lunedì 26 marzo 2012

Il fumo dell'articolo 18...

In politica, i grandi dibattiti finiscono quasi sempre per concentrarsi attorno a singoli punti (a volte marginali) dal forte valore ideologico. L'ovvia conseguenza di questo tipo di approccio è quella di svilire e ridurre gran parte della discussione ad una serie di slogan e contro-slogan il cui unico effetto è quello di creare una sorta di cortina fumogena che impedisce di capire chiaramente quale sia il reale oggetto del contendere.

A volte mi chiedo se non sia un metodo studiato a tavolino: fare tanto fumo per coprire il poco arrosto che c'è sul tavolo.
È questa la sensazione che ho avuto con la "riforma" (le virgolette mi paiono d'obbligo) del lavoro: il dibattito che avrebbe dovuto portare a superare alcune delle palesi illogicità del nostro sistema produttivo si è ridotto ad uno scontro tra "favorevoli" e "contrari" all'articolo 18 che temo si concretizzerà, alla fine, in una rimodulazione degli ammortizzatori sociale e in un nuovo aggravio per i taxpayer (i produttori: siano essi datori di lavoro o dipendenti) di questo sfortunato Paese.

Sin dalle prime battute del governo Monti si son iniziate ad alzare le barricate contro le possibile modifiche all'articolo 18 (...dopo 2 giorni dall'insediamento..) e da lì in poi è stato un susseguirsi di scontri, allontanamenti e riavvicinamenti che hanno fatto perdere di vista i veri problemi che toccano il mondo del lavoro: burocrazia e tassazione (..come creare 300.000 posti di lavoro.. e ..i record italiani..).

Ora, fate mente locale...quante volte avete sentito parlare negli ultimi 3 mesi di articolo 18 e quante, invece, di cuneo fiscale (confronto cuneo fiscale paesi OCSE 2010), semplificazione o certezza normativa?
La risposta conferma quanto detto prima: si è finiti per discutere (e si discuterà ancora tanto) di una questione che interessa il 65% dei lavoratori dipendenti (privati!...ovviamente) e solo il 3% delle imprese (Art. 18 3% imprese) e non si son toccati i veri temi legati al mondo del lavoro.
L'effetto che si è ottenuto ed è, a mio avviso, stato cercato dalle forze realmente conservatrici (nel senso negativo del termine) è quello di diffonder paura per mantenere, anche in materia di lavoro, il Paese ancorato a prospettive, soluzioni ed ideologie del passato.

P.s.: Finché il Parlamento non avrà portato a termine l'opera di riformare la riforma per renderla definitivamente non riformatrice (mi si conceda il gioco di parole) non entro nel merito  del Disegno di Legge...mi limito a segnalare il pezzo di Pietro Ichino che mi è parso il più chiaro ed equilibrato letto finora: Otto meriti e quattro difetti del progetto Fornero

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